- sabato 9 novembre 2013

PRO ETO

Per il poema di Mayakovskij Про зτо (Pro eto. Ei i mne // Di questo. Per lei e per me.) Rodčenko realizza dieci fotomontaggi con materiale pubblicitario e commissiona le fotografie di Mayakovskij e Lili Brik al ritrattista Abram Shterenberg. Per Rodčenko fotocollagista le fotografie sono ancora solamente un archivio da cui attingere, per ora è solamente un collezionista di immagini; immagini che reperisce dalla stampa illustrata e del revarkiv l’archivio rivoluzionario. Rodčenko acquisterà una Leica solo nel 1924.


Про зτо esprime i turbamenti d’animo di Mayakovskij durante il periodo di separazione dalla sua amante Lili Brik; il poema, scritto tra dicembre 1922 e febbraio del 1923, viene pubblicato per la prima volta su LEF (che era una rivista programmaticamente non lirica), in seguito viene pubblicato da Glavlit a Mosca.
Incentrati su una forte tensione emotiva, i montaggi dei frammenti fotografici di Rodčenko vennero associati sia al concetto di montaggio delle attrazioni ideato da Eisesntejn che ad alcuni particolari elementi linguistici come l'uso alternato di diverse prospettive e la manipolazione vertoviana del concetto di spazio-tempo.
Alcuni dei collages contengono elementi geometrici che richiamano all’organizzazione dello spazio dei costruttivisti, in altri la libertà della composizione ricorda i collages dei dadaisti berlinesi Hannah Höch, Raoul Hausmann, John Heartfield e George Grosz. Non è un caso che Majakovsky, poco prima della stesura del poema, fosse stato in Francia e in Germania da dove aveva riportato una gran quantità di periodici, non solo d’avanguardia, tra cui Der Dada).

A seguire estratti dal poema, ad ogni estratto corrisponde una pagina illustrata

Lei nel letto. Giace. Lui. Sul tavolo il telefono. 


[…] striscia dal cordone la raspante gelosia, mostro di età trogloditiche.

[…] Mi tappo le orecchie con le zampe. Ma invano! Odo la mia voce, la mia stessa voce.

[…] Tutto è ancora com’era, da secoli.
Senza frustate, sta salda la giumenta della vita.
[…] E ancora risuonano le steppe roventi delle pareti e sospirano nel twostep.

[…] afferro l’equilibrio e gesticolo forte. 

[…] Quattro volte invecchierò, quattro volte sarò ancora giovane, 

[…] lei, lei che amava le bestie, entrerà nel parco,

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