- lunedì 17 gennaio 2011

URSONATE


 KURT SCHWITTERS (1887 - 1948)

Zabratta Studio has made this video with 16 photos of Kurt Schwitters taken in London on 1944 from Ernst Schwitters and the original recording sound of master voice declaming Ur­so­na­te Le immagini sono 16 scatti a Kurt Schwitters mentre declama a Londra nel 1944 la Ur­so­na­te. La sequenza fotografica è di Ernst Schwitters.
Schwitters realizzo' testi poetici risultanti da frammenti di parole e di frasi del piu' banale linguaggio quotidiano o dal contrappunto di suoni elementari, Come la poesia An Anna Blume può rappresentare la quintessenza della prima produzione poetica di Schwitters e trova il suo corrispondente nei primi collages dadaisti, così si può intendere la Sonate in Urlanten (traducibile approssimativamente come Sonata con vari suoni primordiali) e nota anche come Ursonate, quale corrispondente dell'arte Merz, di orientamento costruttivo, della metà degli anni Venti. Questa sonata, che si colloca nella zona di confine fra poesia e composizione musicale, è fatta di singoli suoni, vocali e consonanti, che vengono recitati come in un brano musicale, con accentuazione e dinamica particolari.
Die Sonate in Urlauten, recitato al Bauhaus nel 1924 e pubblicato nel 1932 sulla rivista "Merz". La Ursonate è del 1922.

La struttura corrisponde a quella di una sonata classica: "La sonata è composta da quattro movimenti, una introduzione, una chiusa e una cadenza nel quarto movimento." A questa composizione Schwitters lavorò per vari anni. Lo spunto gli era venuto da un poema fonetico di Raoul Hausmann, di cui Schwitters era venuto a conoscenza nel 1921, durante una serie di conferenze dadaiste tenute insieme a Praga. I poemi fonetici avevano un'antica tradizione, ma soltanto nei circoli dadaisti trovarono quell'ambiente di nonsense in cui arrivare alla loro piena fioritura con la Ursonate di Schwitters, di possenti dimensioni, che dura ben 40 minuti. Probabilmente Schwitters iniziò a lavorare alla Ursonate intorno al 1923, perché nel numero 6 di "Merz", dell'ottobre di quell'anno, compare per la prima volta la sequenza di lettere dell'alfabeto che si ritrova poi, anche se lievemente variata, nello "Scherzo" della versione definitiva. Nel 1925 incide lo "Scherzo" su un disco da grammofono che esce come Merz 13 nella collana che Schwitters pubblica in proprio già dal 1923. L'anno successivo la composizione doveva già essere cresciuta al punto da far pensare alla pubblicazione, ma l'elaborazione tipografica creava problemi tali che ci sarebbero voluti ancora alcuni anni prima che, con l'aiuto del tipografo Jan Tschichold, la si potesse stampare integralmente e far uscire come pubblicazione Merz 24 nel 1932. Come nei collages utilizzava materiali qualsiasi raccattati, senza modificarli, così Schwitters considerava i singoli suoni e toni come materiale primigenio. Anche qui vibrano associazioni e ricordi dei luoghi in cui sono stati trovati quei suoni. In un commento lo ha detto egli stesso: la sequenza "de des nn nn rrr" proviene dalla parola "Dresden"; oppure ha tratto spunti "da scritte abbreviate su insegne di aziende o stampati, ma in particolare da interessanti scritte su cabine della ferrovia, che sono sempre interessanti perché non se ne comprende il significato". La poesia, che in un primo momento pare totalmente astratta, con un ascolto più attento riacquista significati di contenuto e associazioni, assonanze con parole conosciute, memorie di qualcosa che ha senso.

Schwitters' own comments: "The Sonata consists of four movements, of an overture and a finale, and seventhly, of a cadenza in the fourth movement. The first movement is a rondo with four main themes, designated as such in the text of the Sonata. You yourself will certainly feel the rhythm, slack or strong, high or low, taut or loose. To explain in detail the variations and compositions of the themes would be tiresome in the end and detrimental to the pleasure of reading and listening, and after all I'm not a professor."
"In the first movement I draw your attention to the word for word repeats of the themes before each variation, to the explosive beginning of the first movement, to the pure lyricism of the sung "Jüü-Kaa," to the military severity of the rhythm of the quite masculine third theme next to the fourth theme which is tremulous and mild as a lamb, and lastly to the accusing finale of the first movement, with the question "tää?"..."
The fourth movement, long-running and quick, comes as a good exercise for the reader's lungs, in particular because the endless repeats, if they are not to seem too uniform, require the voice to be seriously raised most of the time. In the finale I draw your attention to the deliberate return of the alphabet up to a. You feel it coming and expect the a impatiently. But twice over it stops painfully on the b..."
"I do no more than offer a possibility for a solo voice with maybe not much imagination. I myself give a different cadenza each time and, since I recite it entirely by heart, I thereby get the cadenza to produce a very lively effect, forming a sharp contrast with the rest of the Sonata which is quite rigid. There."
"The letters applied are to be pronounced as in German. A single vowel sound is short... Letters, of course, give only a rather incomplete score of the spoken sonata. As with any printed music, many interpretations are possible. As with any other reading, correct reading requires the use of imagination. The reader himself has to work seriously to becomew a genuine reader. Thus, it is work rather than questions or mindless criticism which will improve the reader's receptive capacities. The right of criticism is reserved to those who have achieved a full understanding. Listening to the sonata is better than reading it. This is why I like to perform my sonata in public."

Here are excerpts from the four movements of Ursonate

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