Johannes Baader, June 22, 1919,
Photograph by Hannah Höch.
Hannah-Höch-Archiv, Berlinische Galerie,
Landesmuseum für Moderne Kunst, Photographie und Architektur
Photograph by Hannah Höch.
Hannah-Höch-Archiv, Berlinische Galerie,
Landesmuseum für Moderne Kunst, Photographie und Architektur
© 2005 Artists Rights Society (ARS), New York/VG Bild-Kunst, Bonn
Il 17 novembre 1918, a meno che non fosse il 16 agosto (a meno che non fosse il 17), il dadaista berlinese Johannes Baader entrò nella cattedrale di Berlino. Se era il 17 novembre 1918, era dieci giorni dopo che Kurt Eisner aveva proclamato una repubblica sovietica in Baviera, nove giorni dopo lo scoppio della rivoluzione di novembre di Berlino, un giorno dopo l'inizio del Rate Kongres nazionale, il congresso dei Consigli, i circoli autonomi di operai, soldati, intellettuali, che ora formavano una federazione per organizzare un nuovo mondo dalle rovine del vecchio. Si sparava nelle strade e dietro le porte chiuse si moriva di fame. Per un momento la Germania cessò di esistere.A volte, confinandosi in un'ossessione di Joseph Smith, fondatore dei mormoni, Baader sosteneva di essere Gesù Cristo, un'idea che i sostenitori imbarazzati del dada cercano di cancellare con ironia; non ce n'era, Baader era quel tipo di persona sull'orlo della psicosi che inevitabilmente veniva attratto da movimenti negazionisti e spinto sul fronte di movimenti che per loro natura offuscano i confini tra idealismo e nichilismo; come disse George Grosz dei dadaisti berlinesi: in un'altra epoca avrebbero potuto essere flagellanti. Ma Baader era di più: "Un pietista della Svevia che viaggiava in campagna come prete dada" (Huelsenbeck), fuori dal tempo e costretto a creare il proprio contesto, il proprio linguaggio, era una chiara reincarnazione culturale del seguace del Libero spirito, sicuro che così come non poteva fare nulla senza Dio, Dio non poteva fare nulla senza di lui. A Berlino nel 1918 Baader era un pazzo con una possibilità di cambiare il mondo. In bocca aveva il pianeta; il creatore indifferente avrebbe determinato se doveva inghiottirlo o sputarlo.
Il governo tedesco aveva diagnosticato Baader come pazzo. Con le parole di Huelsenbeck, a Baader fu donata una "licenza di caccia"; poiché a differenza del resto del Berlin Dada Club egli non poteva essere ritenuto responsabile delle proprie azioni, egli poteva tranquillamente fare ciò che i suoi compagni solo sognavano. In quanto Oberdada, egli ne approfittò. Nel cuore della cattedrale - o dall'altare, o a cavallo - egli annunciò, a seconda del resoconto che si sceglie di credere:
DADA SALVERA' IL MONDO!
AL DIAVOLO CRISTO!
CHI E' CRISTO PER TE? E' PROPRIO COME TE - SE NE SBATTE?
CE NE SBATTIAMO DI GESU' CRISTI!
VOI SIETE QUELLI CHE PRENDETE IN GIRO CRISTO, VOI VE NE FREGATE DI LUI!
o infine:
CRISTO E' UNA SALSICCIA! (1)
Baader continuò con un annuncio della "Morte dell'Oberdada" - largamente registrato nella stampa berlinese, che seguiva la provocazione dada con assiduità - solo per cambiare il giorno dopo con "La resurrezione dell'Oberdada", così sconfisse Cristo il primo per quarantotto ore. Esiste una più brutta versione di questa monomania, che per un attimo trovò terreno dove non sembrava pazzia ma cultura, Raoul Hausmann, il più intimo amico di Baader, ne parlò nelle sue memorie:
"Avevo visto in lui un uomo capace di far passare la testa in un muro di mattoni al servizio di un'idea [...]. Nel giugno del [1917], divenne chiaro a Franz Jung, a Baader e a me che le masse dovevano essere scosse dal loro torpore [...]. Portai Baader nei campi di Südende, e gli dissi: "Tutto questo è tuo se fai quello che ti dico. Il vescovo di Brunswick non ti ha riconosciuto in quanto Gesù Cristo, e tu hai contrattaccato profanando l'altare della sua chiesa. Questo non è un compenso. Da oggi tu sarai il presidente della Società di Cristo s.p.a. e arruolerai membri. Devi convincere chiunque che egli può essere Cristo, se vuole, pagando 50 marchi alla tua società. I membri della tua società non saranno più soggetti all'autorità
temporale e saranno automaticamente inabili per il servizio militare. Tu
indosserai un abito viola..."(2).
Era, perlomeno dal punto di vista di Hausmann, una ricapitolazione completamente cosciente della tentazione di Cristo da parte del diavolo. Ci furono altri piani: una grande marcia attraverso Berlino dove la cattedrale non sarebbe stata distrutta ma presa d'assalto. La marcia non ebbe mai luogo("mancavano i fondi" spiegò Hausmann; che fondi?, si chiede il lettore). Al mondo fu negato lo spettacolo di Baader e migliaia di altri che sfilavano nelle strade come salvatori, o come la morte dada, il costume da passeggio occasionale di Grosz: un lungo mantello nero, un'enorme maschera bianca a forma di teschio; un costume che riapparve dappertutto in Germania negli anni Ottanta, quando studenti e Punk, alcuni molto espliciti circa le loro fonti, passeggiavano per le strade protestando contro le armi nucleari.
Hausmann voleva usare Baader come una testa d'ariete umana. Anche se i suoi piani conclusero poco, una volta sul posto Baader se ne andò per la sua strada. Prima di ammalarsi di dadaite era un promettente architetto, anche se non fu il dada a provocare la sua follia, il dada la razionalizzò semplicemente. Nato nel 1875 e molto più vecchio dei suoi compagni, morì nel 1956, povero e dimenticato, un vecchio che alle volte si vedeva sulle panchine dei parchi che parlava da solo; a differenza di quasi tutti gli altri che, vivendo fino agli anni Settanta, andarono avanti con vite produttive e onorate dopo aver mollato il fantasma del dada. Ma anche se dopo la sua apparizione nella cattedrale di Berlino, Baader sparì dalla storia, cioè dai trattati sul dada e dalle agiografie, egli ebbe ancora un giorno di gloria, quasi non registrato, ma ancora più perfettamente ambiguo. La compagna di Hausmann, Vera Broido-Cohn raccontò la storia mezzo secolo dopo il fatto.
[Nel 1930 circa] Hitler era all'inizio della sua [ascesa finale]. Uno dei sintomi più curiosi che lasciava capire che non tutto funzionava bene in Germania era lo straordinario numero di persone che pensavano di essere Cristo [...]. Ognuno aveva i suoi apostoli e i suoi discepoli. Erano così numerosi che un giorno decisero di fare un Congresso di Cristi per trovare il vero Cristo tra gli impostori. Era in estate , in Turingia [nel Medioevo un centro di eresie radicali, specialmente del Libero spirito, e un punto focale di manie religiose fin da allora] i Cristi sembravano spuntare come funghi. L'incontro era stato organizzato in una grande radura vicino a una città, e Baader fece una cosa fantastica. Poiché lui era [allora] un giornalista, la Lufthansa gli aveva offerto un pass che gli consentiva di viaggiare, gratuitamente, se avesse dovuto andare ad un importante raduno in Germania. Egli chiamò la compagnia e chiese se poteva essere portato in Turinga e depositato nel mezzo della radura. Accettarono. Tutta la gente al raduno si alzò e creò un enorme cerchio. Ogni Cristo andò al centro e dietro ad ognuno di loro veniva il seguito dei sostenitori. Gli spettatori spingevano finchè tutti gli occhi si alzarono per vedere Baader che scendeva da cielo. Egli atterrò e se ne andò. Videro il suo volto e rimasero senza parole (3).
Questo fu un intrecciarsi di farsa, , satira, scherzo, pazzia, fede, alienazione e rivolta; un intrecciarsi del personale, storico, religioso, culturale, politico che non si può districare. L'apparizione di Baader nella cattedrale di Berlino fu lo stesso. Poiché non poteva essere scomposto in fattori, e fu la ragione per cui non poté essere mai riportato, questo secondo avvenimento trovò posto in quasi ogni cronaca dada, e gli autori non vi pensarono più di quanto non avrebbero pensato a qualsiasi altro scherzo senza senso. Decine di anni dopo era una buona storia. Non c'è motivo di pensare che Michel Mourre o Serge Berna [4] sapessero cosa avesse fatto Baader ne c'è motivo di pensare che Baader, seduto sulla panchina nel parco, nel 1950, leggesse la notizia di osa essi avevano fatto e ridesse o bestemmiasse o guardasse con occhi vuoti le pagine senza capire una parola. Ma Baader aveva accollato un debito alla storia: il debito del gesto che non riceve soddisfazione. Se i quattro di Notre-Dame non erano arrivato vicino ad azzerare il debito essi sicuramente l'avevano riportato in ballo - il debito, e tutta la storia che gli stava intorno.
(1). Versione dell'annuncio di Baader nella cattedrale di Berlino: Alfred Barr, Fantastic Art, Dada, Surrealism (1936), New York, Arno, pp. 24-25; Richter, p. 127; Hausmann, "Club Dada, Berlin, 1918-1920", in Raabe, p.227; Sheppard, New Studies, pp.172-73.
(2). Hausmann, Courrier Dada, pp.74-75, in Richter, p.125.
(3). Vera Broido-Cohn, in "Johannes Baader", The Twenties in Berlin, p.4.
[4]. Il 9 aprile 1950 quattro ragazzi tra cui Michel Mourre e Serge Berna (22 e 25 anni) entrano nella cattedrale di Notre Dame interrompendo la messa solenne di Pascua, Mourre sale sull'altare e declama un testo violentemente anticlericale proclamando la morte di Cristo. La polizia li salva dal linciaggio dei credenti. Mourre finisce in galera e viene liberato undici giorni dopo.
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